Riportiamo alcuni pensieri/lettere che negli anni sono pervenuti da parte di alcuni donatori a seguito dell’esperienza della donazione del midollo osseo. Si tratta di momenti di grande emotività, che evidenziano senza dubbio l’arricchimento umano determinato dall’esperienza della donazione.
Ci sono momenti nella vita in cui ci si trova in una situazione di depressione. Sembra di essere entrati in uno stato di oblio, non si ha più voglia di stare con la gente, di ascoltare di sorridere e a volte tutto ci appare scontato, già visto, si è convinti che abbiamo provato tutto nella vita e ben poco ci aspettiamo dal futuro. Questo è il momento in cui l’egoismo ci ha fatti prigionieri e ci accorgiamo che esistiamo solo noi, gli altri non contano, sono solo il contorno di una nostra vita senza entusiasmi, poi d’improvviso ci accorgiamo che gli altri sono importanti, che hanno bisogno di noi e che possiamo donare, far sorridere, far rivivere e per far questo basta un gesto, a volte piccolo, a volte grande, ma quando in noi scatta questo meccanismo ci accorgiamo cos’è la vita e che dono grande è vivere. Chiunque tu sia, io ti ringrazio perché in questo momento provo un grande rispetto verso di me, e che in questo momento sarà un punto fermo per il mio futuro.
Il 22 agosto 2001. Un’eccezionale quanto simpatica equipe di medici e infermieri dell’Ospedale Sant’Anna di Torino ha eseguito l’intervento di “espianto” (non amavo molto questo termine prima della donazione aveva un qualcosa di lugubre ora ha acquistato una connotazione più vitale) di parte del mio midollo osseo per trapiantarlo a una persona non consanguinea a cui fortunatamente sono risultata compatibile. Devo ammettere che il giorno in cui mi hanno telefonato confermandomi la compatibilità ho avuto un attimo, per così dire di “sudorazione eccessiva”. Quando mi sono iscritta alla D.O.M.O. , alcuni anni fa nutrivo la speranza che un giorno o l’altro succedesse,ma sembrava una possibilità molto remota. E’ quindi stata fortissima l’emozione che ho provato;ma neanche per un attimo ho avuto dubbi su quello che stavo per fare. L’unica preoccupazione che ho avuto da quel momento è stata di conservarmi in buono stato di salute fino a quel fatidico giorno. Mi ha assalito un forte senso di responsabilità nei confronti di quella persona che attendeva il trapianto; non potevo assolutamente disattendere le sue speranze. Quando il 21 agosto sono stata ricoverata a Torino e tutto ormai era ormai pronto, mi sentivo molto serena e tranquilla. L’intervento non è stato assolutamente traumatizzante: in sala operatoria abbiamo chiacchierato e scherzato mentre i medici eseguivano l’espianto e dopo, a parte un senso di stanchezza durato qualche giorno, non ho avuto problemi. Dare una possibilità di vita a un malato ha dato a me una carica di vita eccezionale. Mi sono sentita arricchita di affetto, di amore, più vicina ai miei familiari, agli amici, a tutti coloro che hanno collaborato alla buona riuscita dell’operazione e soprattutto più vicina a una persona che non conosco e che dentro di se ha una parte di me. Ora il mio pensiero è proprio per il “mio ricevente”, che possa guarire e godere di tutte le gioie che la vita potrà riservargli. Un ringraziamento speciale per il prezioso lavoro svolto dai medici, infermieri, biologi dell’Associazione D.O.M.O ., dell’ AVIS di Domodossola del Centro Trasfusionale di Verbania , del reparto pensionanti dell’Ospedale Sant’Anna di Torino e la dottoressa che mi ha seguito con la sua equipe.
E’ bello ricordare che la vita non ce la siamo “presa”…ce l’ hanno donata e come tale non abbiamo nessun diritto di privarla a chi sta già rischiando di perderla. In realtà per me è stata la possibilità di “ripagare” “ un grosso” favore che ho ricevuto.
Questa primavera ho avuto un incidente e non so per quale strano destino non mi sono fatta nulla; poteva andare peggio molto peggio, per me e per gli altri automobilisti coinvolti. Stavo rientrando a casa perché una persona a me molto cara stava per andarsene…per sempre. Quello stesso giorno il 24 maggio lei se ne è andata, il 24 settembre mi hanno dato la possibilità di aiutare qualcuno a non andarsene. Io ancora non so se il mio piccolo contributo abbia portato il suo frutto, nella mia preghiera di ogni giorno c’è questa speranza che una vita continui.
Un grazie di cuore a tutto il personale del Centro AVIS di Domodossola e Verbania e all’Equipe Medica dell’Ospedale S.Anna di Torino che mi hanno seguito passo passo con professionalità e tanta passione, in questa fantastica avventura.
A ciascuno di Voi auguro di poterne vivere una così nella vita.
Ciao amico,
ho ricevuto la tua lettera, e la cosa mi ha fatto piacere, per prima cosa colgo l’occasione per farti i i miei più sinceri auguri per il tuo compleanno.
Sono molto felice di leggere che stai bene, che sei sereno, era una domanda che mi ponevo non so quante volte, è per questo che attendevo con ansia questa lettera, le notizie che avevo erano sempre per vie ospedaliere.
Sai per un po’ ho pensato che non volevi instaurare un rapporto con me, l’avrei capito e anche se ci sarei rimasto male avrei rispettato la tua scelta, e invece a quanto pare hai la stessa mia voglia di conoscerti ma soprattutto di abbracciarti e dirti “ce l’abbiamo fatta”, vedrai che il giorno in cui uniremo le due metà di cuore arriverà presto.
Mi hai ringraziato nella tua prima lettera e questo lo posso capire, però non voglio diventi un vizio, non voglio assolutamente che ti senti in alcun modo in debito con me, perché adesso che mi hai risposto ti sento molto più che un amico.
Ti mando un abbraccio che ti accompagni da oggi fino al giorno che ci incontreremo.
TI VOGLIO BENE. ANCORA TANTI AUGURI, CIAO AMICO MIO.
Ciao a tutti, mi hanno chiesto di scrivere due righe per raccontarvi la mia avventura…..eh! Una parola! Ora ci provo.
Io sono stata chissà se posso permettermi di dirlo…una prescelta! Eh si! Malgrado le basse probabilità di essere compatibile con un malato leucemico , eccomi qui ad essere da potenziale donatrice effettiva.
La sensazione di sentirti unico e indispensabile ti da forza, carica e un po’ di timore. Una forza che ti permette di affrontare con grande serenità e perché no anche un po’ di incoscienza.
Questa avventura: la preparazione fisica e psicologica- i predepositi – l’espianto.
Un po’ di timore perché quando ormai manca poco alla data, hai paura di un qualsiasi imprevisto che possa rimettere tutto in gioco…
Sai comunque che dal momento in cui accetti accendi la speranza di poter continuare a vivere di un malato e della sua famiglia e questa speranza è tutta rivolta verso di te.
Mi è difficile riuscire ad esprimere in poche righe ciò che ho vissuto.
Quando mi hanno chiamato comunicando la mia compatibilità e chiedendomi la mia disponibilità alla donazione, la mia risposta è stata immediata: affermativa. Non sapevo quale sarebbe stato il percorso da fare… non mi ero mai informata nel dettaglio…
Mai avrei immaginato di ricevere un così grosso regalo.
Ho trovato ad accogliermi e seguirmi delle persone molto disponibili sia professionalmente che umanamente.
Anche perché insieme a tanto entusiasmo, un po’ di buona e sana paura l’ ho provata anch’io.
Io non mi sento una grande per ciò che ho fatto anche se chi mi conosce e mi è stato vicino me lo ha fatto presente ogni istante. Ho semplicemente fatto con tanta serenità quello che mi sentivo dentro.
Per me è venuto naturale come se ognuno di noi potesse farlo.
Le sensazioni i sentimenti le emozioni che provi sono tante…
Ne ricordo due in particolare.
Fino a quel momento non mi ero resa conto del valore del mio gesto, mi ripeto, ma per me è stato del tutto naturale offrire la mia disponibilità.
Il giorno delle dimissioni dell’ospedale il grazie e l’abbraccio di una mamma di una ragazza talassemica mi ha colpito nel profondo.
Per tanti ammalati come lei i donatori di sangue e di midollo sono speranza di vita.
Ho ricevuto tante telefonate dopo l’intervento…chi voleva salutarmi, chi chiedeva come stavo.
La più bella è stata quella di un nuovo amico che mi comunicava che si era appena iscritto all’AVIS ed al registro donatori di midollo, questa è stata per me una piccola grande soddisfazione.
Spero che molti altri seguano il suo esempio… c’è bisogno di ognuno di noi.
Ciò che mi ha fatto riflettere è stato notare che sul tema della Donazione di Midollo Osseo c’ è molta diffidenza.
Vuoi per disinformazione poca conoscenza delle tecniche e del procedimento e un po’ (io credo soprattutto) per sana e umana paura .
E’ importante se non indispensabile che ognuno di noi nel suo piccolo secondo le proprie possibilità non solo materiali ma soprattutto umane si metta a disposizione di chi ci chiede un aiuto.
Dobbiamo ricordarci che tutti possiamo avere bisogno….e se fosse ognuno di noi personalmente a chiederlo, non credo sia bello ricevere un rifiuto.
Non so trovare le parole per spiegare come ci si senta nel donare il midollo. Negli ultimi mesi mi hanno fatto un sacco di domande al riguardo: perché farlo? Cosa provi? E’ doloroso? … Tutta una serie di domande a cui onestamente non so rispondere.
Doloroso assolutamente no, niente di più di una donazione di plasma, solo un po’ più lunga.
Perché farlo? La mia risposta e’: perché no? Con un semplice gesto puoi dare a un’altra persona l’opportunità’ di guarire, di tornare a vivere… e quella possibilità solo tu gliela puoi dare. TU E NESSUN ALTRO….
Questa esperienza mi ha dato tanto, e’ stata la cosa più bella che mi sia mai capitata. Un’ esperienza intensa, che mi ha regalato emozioni forti; mi ha fatto guardare il mondo e la vita da una prospettiva nuova, più “pulita”. A parole non riesco a spiegare quanto significativo sia stato questo momento… sembra assurdo ma all’improvviso ti senti legato a una persona che non conosci, a qualcuno che non saprai mai chi e’, e ti ritrovi a pregare per lui, a sperare che non sia troppo tardi per regalargli un’altra possibilità di vivere… già perché per questo qualcuno esisti solo tu… questo mi e’ bastato per andare avanti, per dire “si voglio donare il midollo”.
Voglio ringraziare la dottoressa per il supporto e l’affetto, la sua presenza e’ stata indispensabile… grazie di essermi stata vicina, per avermi fatta sentire sempre “protetta” e per aver vissuto con me questa esperienza… grazie davvero di cuore
Non c’è tanto da dire, o forse non riesco a trovare le parole per descrivere quello che ho provato dal momento in cui mi hanno telefonato, che forse c’era un possibile compatibilità di donazione, fino al giorno che mi hanno ricoverato; il pensiero che con il piccolo gesto di persona comune potevo contribuire a salvare una vita umana è stato come un tuffo al cuore, un’emozione intensa, fino a farmi sfuggire una lacrima di felicità. Per il resto grazie alla professionalità della dottoressa E. C. ho fatto l’intervento di donazione conscio di come si sarebbe svolto passo per passo, ricco delle informazioni datomi tutto si è svolto serenamente da parte mia e sopratutto senza paura!
Questa esperienza di vita sicuramente mi ha fatto crescere molto dal punto di vista umano e sicuramente non dimenticherò mai questa esperienza!
Il motivo che mi ha spinto a diventare donatore è stato il pensiero di potermi un giorno trovare al di là della barriera e di quali momenti sconfortanti avrei passato in attesa che qualcuno che con un piccolo prelievo di midollo avrebbe potuto ridare il sorriso.
Ci sono momenti speciali, che aiutano a sentirsi più vicini a tutti, a capire come davvero a volte piccoli atti possano dare grandi speranze e aiutare a sopportare sofferenze terribili o addirittura “restituire la vita…”
Pubblichiamo la lettera che un nostro amico ci ha scritto dopo aver potuto donare le proprie cellule staminali emopoietiche. Ecco le sue parole:
Spero che questo piccolo racconto della mia esperienza come donatore, possa servire a “invogliare“qualcuno ad iscriversi all’associazione D.O.M.O., perché “più siamo e meglio è” in questo caso è davvero importante.
Nel 1988 (aimè) m’iscrissi all’AVIS e qualche tempo dopo a D.O.M.O., operazione semplicissima basta un prelievo per tipizzare le cellule ed entri nella banca dati del registro italiano donatori midollo osseo. Il tempo passa, continuo a donare il sangue, ma per il midollo nessuna chiamata, le probabilià di essere compatibili sono 1:100.000.
Poi circa 4 mesi fa una mattina squilla il telefono : ”pronto”? “Sono la dott.ssa Cotti dell’AVIS, pare ci sia una compatibilità, sei disposto a lasciare che si indaghi più a fondo?”
La risposta non puo’ essere che una: Si.
2 o 3 settimane dopo arriva la conferma e si comincia con tutta una serie di esami, devo essere sano per porter donare,approfondisco la conoscenza con persone meravigliose come Ermanna e Michela che mi mettono a mio agio mi supportano e mi guidano in questo percorso.
Domenica 17/03 la prima iniezione del fattore di crescita, serve a stimolare il mio midollo a produrre staminali, è strano pensare di voler sentire dolore alla schiena( è così che funziona, niente che non si possa tenere a bada con una tachipirina). Giovedì è il gran giorno, partenza alle 6 da Domo 8.30 sono nel lettino delle Molinette di Torino un ago nel mio braccio destro preleva il sangue e lo fa passare attraverso ad una macchina che lo centrifuga per separarne le staminali il resto viene reinfuso dal braccio sinistro. La vista del sacchetto che si riempie mi da la consapevolezza di quanto sta accadendo, io qui e un ragazzo sofferente, lontano in una camera sterile e a cui hanno distrutto, tramite chemio, il suo midollo malato per far posto al mio, è tanto che non prego ma questa è un’occasione speciale, nel primo pomeriggio la conferma che è tutto a posto e che il “carico” può partire .Rientro a casa la sera dove mi aspettano mia moglie e mio figlio, stanco e felice, in pace con me stesso.
Non conoscerò mai il ricevente, ma spero di cuore che guarisca e faccia una buona vita. (D. B.)